Tre anni dopo il successo miliardario di Top Gun: Maverick, il regista statunitense Joseph Kosinski torna sul grande schermo con F1 – Il film, una pellicola di genere sportivo dedicata al mondo della Formula 1. Insieme allo sceneggiatore Ehren Kruger, Kosinski confeziona un racconto semplice e d’impostazione classica (e ricco di cliché) che vive più che altro di maestrie tecniche e di spettacolarità. Da questo punto di vista, F1 – Il film si cala parzialmente nella realtà (diversi sono i cameo di piloti come Lewis Hamilton e Charles Leclerc) ma non si tratta né di un biopic né del racconto di un evento sportivo specifico, bensì ci troviamo di fronte alla messa in scena di una trama finzionale che mira a esaltare un certo tipo di attitudine alla competizione.
Lo fa, nello specifico, con una visione tipicamente statunitense dello sport (gli esempi si sprecano, da Rocky a The Blind Side a Moneyball), in questo caso cucita su misura su una ex promessa della Formula 1, Sonny Hayes (Brad Pitt), richiamato a correre dopo trent’anni dal ritiro dall’amico Ruben (Javier Bardem), proprietario della fallimentare scuderia APX GP. Sonny torna così a rivivere il suo personale sogno americano, con l’obiettivo di vincere almeno un gran premio per scongiurare la cessione della proprietà della scuderia. In un team di Formula 1 non si è però da soli e Sonny dovrà fare i conti anche con il suo compagno, il promettente pilota britannico Joshua Pearce (Damson Idris).
Nonostante la scarsa verosimiglianza di alcuni eventi (come alcuni comportamenti in pista che nella realtà condurrebbero a squalifica) e uno spiccato pressapochismo di fondo, F1 – Il film naviga tutto sommato su acque sicure, adagiandosi sulle peculiarità tipiche di un blockbuster estivo. Tutto a partire, ovviamente, dal processo di mitizzazione del protagonista nel superamento dei suoi difetti e “macchie” sino ad arrivare, come dicevamo, all’enfasi posta su una precisa estetica visiva spettacolarizzante, suggellata da un lavoro di regia e di montaggio delle gare permeato dalle tipiche riprese onboard da broadcast televisivo, realizzate peraltro on location con uno sforzo produttivo encomiabile. I personaggi poco sfumati e le pochezze narrative vengono così colmate da un substrato action convincente – e persistente – che non fa percepire la pesantezza di un runtime fin troppo abbondante (quasi due ore e trenta minuti).
Cinema muscolare ma traslato su pista, levigato e privo di rischi reali. È un’operazione dal sapore ludico, esattamente nella media per un prodotto commerciale figlio di partnership e sponsorship e con larghe pretese di successo, pur con tutte le sue storture. Come il fatto che, ancora una volta, esattamente come accadeva con il personaggio di Jennifer Connelly in Top Gun: Maverick, l’unica figura femminile di rilievo del film (il personaggio di Kate McKenna interpretata da Kerry Condon) è pensata solamente in una funzione di supporto e di “ricompensa” per il protagonista maschile. È evidente che lo storytelling non sia il punto di forza del cinema di Joseph Kosinski, e la sua stessa creazione ne sembra essere consapevole: F1 – Il film è un prodotto che conosce bene i propri limiti, accettando di essere puro intrattenimento ad alto budget, senza alcuna reale ambizione.
Daniele Sacchi