“The Undoing” di David E. Kelley – Recensione

The Undoing

The Undoing, miniserie HBO del 2020 trasmessa in Italia da Sky, si presenta come un giallo urbano, incorniciato in quel piccolo universo dell’upper class newyorkese, con tutti i suoi eccessi e i suoi vizi. La serie è tratta dal romanzo You Should Have Known di Jean Hanff Korelitz e si propone come un’ottima rivisitazione del più classico degli intrighi, portato però avanti con grande eleganza grazie anche ai nomi di spessore che vi hanno preso parte, tanto dal punto di vista attoriale (tra i protagonisti figurano a tal proposito Nicole Kidman e Hugh Grant), quanto da quello della regia e della scrittura. The Undoing è infatti un’opera creata da David E. Kelley – firma storica della TV americana – e diretta dalla regista danese Susanne Bier (Bird Box, 2018).

Il titolo della serie è, di per sé, “parlante”. L’omicidio di un’artista, efferato e brutale, porta scompiglio nel piccolo mondo dell’alta borghesia di New York, governata dal potere e dal buon costume. Segue l’altrettanto burrascoso disfacimento di una famiglia e la rivelazione di quelle logiche e di quelle etichette di una società che punta solo alla propria preservazione e alla difesa del proprio potere. Ed è così che, uno alla volta, ogni personaggio viene smascherato, finché alla fine della serie resta ben poco di ciò che ci viene mostrato all’inizio. Infatti, come nel più classico dei gialli, man mano che si scoprono le verità attorno ai personaggi, nessuno viene escluso dal sospetto, ognuno è potenzialmente colpevole. Una nota di merito è sicuramente da attribuire al cast, grandi nomi del mondo del cinema che conferiscono ai personaggi, altrimenti piuttosto bidimensionali, uno spessore e una ricchezza importanti. Non si può non menzionare inoltre Matilda De Angelis, giovanissima attrice italiana che vanta già, meritatamente, un curriculum di tutto rilievo (pensiamo, ad esempio, alla sua ottima prova in Veloce come il vento di Matteo Rovere).

The Undoing

Evitando spoiler, è assolutamente notevole il lavoro di scrittura che segue il mistero verso un esito inaspettatamente naturale, ma non per questo banale o ovvio: il dubbio, infatti, accompagna la visione dello show fino agli ultimi istanti dell’ultimissimo episodio. I tempi della vicenda, la comparsa degli indizi, le prospettive e le testimonianze dei personaggi, sono così ben orchestrati da portare lo spettatore a confrontarsi con i propri limiti e con la propria morale, finendo per sospettare anche degli insospettabili. In un certo senso, tutto è volto a dimostrare quanto fortemente radicate possano essere le etichette attribuite all’interno di un contesto sociale e quanto lontano dalla verità si è disposti a spingersi per difenderle, controintuitivamente e in maniera inconscia.

The Undoing è, quindi, un bellissimo esempio di TV tradizionale, uno show a cadenza settimanale creato per stimolare un’attenzione e una curiosità capaci di sopravvivere per sette giorni, caratteristica che molte serie nell’era del binge watching hanno, logicamente, perso. La miniserie creata da Daivd E. Kelley si può inoltre collocare in un filone di miniserie gialle di alto profilo targate HBO, che comprende già il pluripremiato Sharp Objects (Noxon, 2018) e il meno noto The Night Of (Price, Zaillian, 2016), dimostrandosi capace di innovare un tema e un genere classico attraverso una sua reinterpretazione che mira a portare alla luce aspetti diversi rispetto a quelli ormai consolidati.

Alberto Militello