Menus Plaisirs – Les Troisgros di Frederick Wiseman, la recensione

Menus Plaisirs – Les Troisgros

Presentato Fuori Concorso all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Menus Plaisirs – Les Troisgros è un’ode all’arte culinaria, un’esperienza immersiva in cui il regista Frederick Wiseman ci accompagna dentro l’universo della famiglia Troisgros.

Sono ormai quattro le generazioni che portano avanti la passione familiare per la cucina, gestendo alcuni tra i più rinomati ristoranti della Borgogna: il Troisgros, Le Centrale e La Colline, tutti distanti pochi chilometri tra loro. Il documentario inizia tra le bancarelle del mercato di Roanne, racchiudendo in sé già tutto il senso dell’operazione filmica di Wiseman. L’occhio della macchina da presa rimane un osservatore silenzioso, attento, rispettoso dei tempi e della cura reverenziale con cui vengono scelte le materie prime da portare in tavola. Grazie alla potenza delle immagini, con le sue inquadrature studiate nei minimi dettagli e le sue quattro ore di durata, Menus Plaisirs – Les Troisgros si rivela un’esperienza che va ben oltre la sfera visiva.

Rigore e metodo, dedizione e passione (nel cinema di Wiseman così come nella cucina della famiglia Troisgros), la meticolosità dei gesti si fa rituale della creazione, con un cine-occhio che si sofferma a lungo per offrirci tutta l’essenza dell’arte culinaria, a partire dalle preparazioni dei piatti. Menus Plaisirs – Les Troisgros mette l’accento su tutti quei gesti, quelle azioni – anche le più impercettibili – che portano un ristorante all’eccellenza e, come in questo caso, ad aggiudicarsi tre stelle Michelin. Perché anche la posizione di un bicchiere o di una forchetta racchiude un pensiero millimetrico. Una dichiarazione d’amore, quella di Wiseman, alla Francia e alla sua tradizione, in una commistione tra cinema e sapori della haute cuisine. Si intuisce da subito come Wiseman non si senta poi così distante da questo mondo e, con i suoi 93 anni, ha esattamente l’età della storia che racconta. Nel 1930 infatti (anno di nascita del regista) la famiglia Troisgros aprì il primo ristorante, di fronte alla stazione di Roanne, nella Valle della Loira.

Sin dalla prima scena in cui padre e figlio girano per il mercato, si comprende e si delinea un tratto comune tra le due arti: il piacere assoluto, quasi ossessivo, per la materia. Un film, Menus Plaisirs – Les Troisgros, soprattutto sul processo, sulla materia che cambia forma, in tutte le sue varianti possibili. C’è studio, ricerca, pratica. Per Wiseman è sempre una questione di confini, di spingersi sempre un po’ oltre nella complessità delle cose, nell’ampliamento degli orizzonti e della stratificazione del reale. Nel restituirci una realtà quanto più vera possibile, il regista mette in luce anche lati nascosti e meno scontati: ci si sorprende ad esempio come nella cucina del Troisgros regni una sorta di calma velata in punta di piedi. Niente urla, niente esaurimenti e padelle in fiamme. La cucina del Troisgros è come un atelier d’artista, un laboratorio di ricerca in costante evoluzione di se stesso e dei propri sapori. Così Wiseman coglie l’essenza della creazione in ogni frammento, consegnandoci immagini visivamente perfette e appaganti, in un’estasi sensoriale di pura grandezza.

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Martina Dell’Utri