Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, un’analisi

Sciopero degli sceneggiatori

La WGA, il sindacato degli sceneggiatori americani è in sciopero da più di 130 giorni. In Italia se ne parla occasionalmente, soprattutto di recente in seguito all’adesione del sindacato degli attori, la cui ombra ha aleggiato per tutta la durata della Mostra del Cinema di Venezia, con delle importanti defezioni come quelle di Emma Stone, Willem Dafoe e il cast principale del film vincitore del Leone d’oro, Poor Things, o l’assenza di Zendaya che ha spinto a posticipare il rilascio di Challengers di Guadagnino. Ma in cosa consiste quello che è probabilmente lo sciopero più importante riguardante il mondo del cinema degli ultimi anni? Partiamo dall’inizio e proviamo ad analizzarlo.

Quali sono le parti in gioco?

La WGA, la Writers Guild of America, è il sindacato che comprende la quasi totalità di coloro che scrivono per l’industria dell’intrattenimento americana, sia essa cinema, serie TV, streaming, live-show o altre declinazioni in cui è prevista la stesura di soggetti, sceneggiature o dialoghi. Ogni tre anni, la WGA ha il compito di trattare con la Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) riguardo al Minimum Basic Agreement (MBA). L’AMPTP è l’organizzazione a cui rispondono oltre 350 compagnie di produzione cinematografica e televisiva americana, mentre l’MBA può essere tradotto come Accordo Minimo di Base, ossia un salario minimo sotto i quali gli attori non possono essere pagati. In pratica, ogni tre anni un comitato della WGA ha il compito di trattare con un comitato di produttori americani in merito al salario minimo dei suoi iscritti, oltre ad una serie di altri bonus e garanzie. Da luglio, gli sceneggiatori sono sostenuti anche dal SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists), cioè dal sindacato degli attori americani. Questi ultimi infatti lamentano condizioni di precarietà lavorativa simili a quelli degli scrittori. Bisogna infatti considerare che i grandi nomi, gli attori più noti e famosi, non sono che una minima percentuale di tutto il sistema produttivo, dove la maggioranza è costituita da comparse, mestieranti e attori di ruolo.

La WGA è un comitato molto solido e coeso nei suoi membri, basti pensare che la votazione per entrare o meno in sciopero ha avuto un riscontro favorevole dal 98% degli oltre 12000 iscritti. Inoltre, tra AMPTP e WGA corrono accordi stringenti, per cui i primi si assicurano di assumere solo dipendenti legati al sindacato, mentre i secondi garantiscono loro l’esclusiva delle produzioni. Gli scrittori attivi fuori dal sindacato sono molto pochi, non sufficienti per garantire la continuazione delle attività produttive, e nessun lavoratore iscritto al sindacato avrebbe vantaggi dal contravvenire alle sue indicazioni, rischiando di mettersi in cattiva luce e trovare pochissimi lavori una volta terminato lo sciopero. Per questo il blocco delle produzioni ora è quasi totale.

Perché è cominciato e cosa vogliono?

Lo sciopero è stato votato il 2 maggio di quest’anno, quindi più di 130 giorni fa. La WGA chiede maggiore stabilità e maggiore retribuzione per i suoi iscritti. Secondo il sindacato, a fronte dei grandi incassi delle case di produzione, soltanto una minima parte è devoluta agli sceneggiatori, che vivono in una situazione insostenibile di precariato. Alcuni punti rilevanti delle loro richieste sono:

Un aumento dell’MBA e una sua estensione anche agli sceneggiatori di produzioni streaming. Fino ad oggi il salario minimo si applicava soltanto a chi scriveva per cinema e televisione. Come conseguenza sono numerosi gli scrittori che, lavorando solo online, sono stati pagati meno del salario minimo. Inoltre, la WGA registra un notevole aumento dei suoi iscritti che sono pagati il minimo sindacale. Per esempio, se nell’annata 2012-13 solo il 2% degli showrunner (quindi tra le figure più riconosciute e, in teoria, meglio retribuite tra gli sceneggiatori) erano pagati secondo l’MBA, nell’annata 22-23 il numero è salito a 24%.

Maggiore stabilità. Le nuove modalità di fruizione online hanno cambiato il modo in cui le serie TV sono prodotte. Per esempio, se durante gli anni d’oro della serialità televisiva le serie avevano in media 22-24 episodi a stagione, ora ne contano 8-10. Il numero ridotto impatta sulle retribuzioni degli autori pagati per puntata. Inoltre, molto spesso viene richiesto di scrivere l’intera serie, e non più soltanto l’episodio pilota. Gli sceneggiatori scrivono di più, ma sono pagati di meno.

Aggiornamento dei “residuals”. I membri della WGA erano soliti ricevere una retribuzione in base al riutilizzo, in televisione o nella pubblicazione su DVD, delle opere a cui avevano lavorato. Attualmente questo tipo di pagamento pare oltremodo desueto, dato che il mercato dei DVD è crollato in seguito all’avvento dello streaming. Anche quest’ultimo non offre le stesse garanzie dei passaggi televisivi, che potevano essere quantificati e quindi adeguatamente compensati. Ora capita che un film resti nel catalogo online per diverso tempo, venendo riprodotto molte volte dagli utenti senza che se ne possa tenere il conto (anche per la ritrosia dei grandi servizi streaming a fornire dati sul numero di visualizzazioni). Per questo la WGA vorrebbe un sistema di retribuzione residuale basato sul numero di visualizzazioni effettive, da affiancare al costo fisso di retribuzione residuale, ma la proposta è stata fino ad ora totalmente bocciata dai membri dell’AMPTP.

Regolamentazione delle IA in scrittura. Un punto di contrasto tra produttori e scrittore è l’utilizzo delle IA come ChatGPT. La WGA vorrebbe una regolamentazione di queste, vietandone l’uso sui materiali letterari, quindi l’uso per scrivere materiale originale, per riscrivere qualsiasi cosa già scritta da un altro autore, per correggere i materiali e anche per vietare l’utilizzo di qualsiasi materiale soggetto a MBA come fonte di istruzione per le intelligenze artificiali. I produttori hanno controproposto una riunione annuale per rivalutare questo punto, una mossa percepita come furba dato che allo stato attuale le IA non sono in grado di essere utilizzate per sostituire il lavoro di uno scrittore, ma compiono progressi di mese in mese.

In generale, le proposte della WGA per l’adeguamento ad una condizione di vita dignitosa dei suoi iscritti costerebbero ai membri dell’AMPTP 429 milioni di dollari l’anno, ma questi ultimi non sarebbero disposti a spendere più di 86 milioni, cioè poco più dello strettamente necessario per un miglioramento dell’MBA.

I precedenti

Questo è il settimo sciopero della WGA dal 1960. L’ultimo sciopero, quindici anni fa, vedeva tra le altre cose l’adattamento dei residuals relativi alle pubblicazioni DVD. Lo sciopero più lungo fu però quello del 1988, della durata di 154 giorni, che verteva principalmente sull’aggiornamento dei residuals alla nuova produzione televisiva. Se si guarda dal primo sciopero fino all’attuale è interessante notare come, nella storia americana, ogni grande cambiamento nella fruizione culturale, non sia mai stato seguito da nessun adattamento della retribuzione dei suoi sceneggiatori se non a seguito di prolungati scioperi dei membri del WGA.

Lo stato attuale dello sciopero

In questo momento ci si trova nuovamente in uno stallo ed è quasi dato per certo che l’attuale sciopero supererà in lunghezza quello del 1988. Ha fatto molto discutere un articolo di Deadline di luglio, in cui si riportavano le dichiarazioni di alcuni membri dell’AMPTP in cui si affermava di «aspettare che i membri dell’unione comincino a perdere i loro appartamenti e le loro case». L’idea è quella di non tornare a trattare fino a metà ottobre quando, a causa degli oltre cinque mesi di sciopero, i membri della WGA si ritroveranno sul lastrico. Molti di loro hanno già dovuto accedere ai fondi pensione, la WGA ha istituito dei prestiti per i suoi membri, e alcuni degli attori e registi più abbienti (come Steven Spielberg) hanno contribuito ai fondi solidali per aiutare nel proseguimento dello sciopero. Un elemento degno di nota è la risposta di Wall Street alle intenzioni dei produttori di “spezzare la WGA”. Il mercato ha infatti risposto positivamente confermando la fiducia a questa strategia del logoramento. Lo sciopero arriva infatti in un momento complesso in cui le case di produzione stavano affrontando dei ridimensionamenti. Un taglio delle produzioni dovuto agli scioperi rientrerebbe nelle “cause di forza maggiore” che consentirebbero alle case di produzione di non pagare delle penali, traendo vantaggio a scapito dei lavoratori.

Cosa ci possiamo aspettare in futuro?

Difficile prevedere con certezza cosa accadrà. Per lo sciopero del 2007 si è stimata una perdita di 2,1 miliardi di dollari all’economia di Los Angeles. Attualmente tutte le nuove produzioni sono ferme da 5 mesi e dati i tempi di produzione è previsto che gli effetti di questo “buco” si dovrebbero vedere a metà dell’anno prossimo. In realtà, alcuni esperti del settore sostengono che le case di produzione abbiano a disposizione abbastanza materiale da poter sopperire a questa sospensione, e che con una diluizione del tempo si dovrebbe riuscire a coprire l’intero 2024 in attesa di riprendere per il 2025. Certamente bisognerà attendere per le grandi produzioni come i film Marvel/DC, o il recente One Piece di Netflix, la serie de Il signore degli anelli di Amazon o l’atteso Spider-Man: Beyond the Spiderverse. I servizi di streaming hanno inoltre dimostrato in anni recenti di non essere più totalmente dipendenti dal sistema produttivo americano, con il successo di serie TV e film internazionali come La casa de papel o Squid Game. La mancanza di uscite statunitensi potrebbe inoltre essere un’opportunità per il cinema italiano. Sono infatti previste per i prossimi mesi alcune importanti uscite nazionali (come Adagio di Stefano Sollima e Comandante di Edoardo de Angelis) che avranno poca concorrenza americana, questo potrebbe permettere loro di ottenere un buon piazzamento di incassi. Analogamente sarà interessante vedere se i servizi streaming, orfani degli scrittori statunitensi, vorranno puntare su più produzioni internazionali.

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Gianluca Tana