“Io sono nessuno” di Ilya Naishuller – Recensione

Io sono nessuno

Ne è passato di tempo da quel lontano 2013 e dal videoclip di Bad Matherfucker dei Biting Elbows (vedi qui), ma Ilya Naishuller si riconferma oggi un ottimo regista di sequenze d’azione con Io sono nessuno (Nobody, 2021), il suo secondo e più recente lungometraggio. Il film è sicuramente meno sperimentale rispetto ai videoclip musicali o ai suoi lavori precedenti, ma riesce a regalare del buon intrattenimento, grazie anche a una scelta di cast molto interessante.

In Io sono nessuno, un uomo ordinario (Bob Odenkirk), frustrato da una routine priva di soddisfazioni, apparentemente senza alcun talento e che gode di una reputazione bassissima da parte dei suoi cari, viene sorpreso una notte da due ladruncoli che irrompono in casa sua, rubando pochi dollari. La sua mancata reazione aumenta le tensioni domestiche, peggiorando la sua immagine agli occhi dei figli e della moglie. Si scopre presto che il personaggio ha un passato molto più movimentato di quanto non dia a vedere, in quanto ex agente di un corpo speciale di assassini. Stanco di reprimere la sua vera natura, nostalgico del lavoro in cui eccelleva, decide di compiere una vendetta che lo porterà dentro una spirale crescente di violenza.

Tra le tante abilità di Naishuller – dalla musica alla recitazione e alla regia – la sceneggiatura non è certo il suo forte. Nei film d’azione, dopotutto, potrebbe anche considerarsi un aspetto secondario, soprattutto in un esperimento come Hardcore Henry! (2015), in cui la tecnica di ripresa in prima persona (già vista nei videoclip) unita a un susseguirsi intensissimo di scene d’azione regala un’esperienza unica e adrenalinica, in cui la trama ha davvero poco posto. In Io sono nessuno, però, tutti gli aspetti sperimentali cadono e ci si trova davanti quasi a una brutta copia di un franchise meglio riuscito, ovvero quello di John Wick (Stahelski, 2014).

Io sono nessuno

Le poche sequenze di azione del film sono pur ben costruite, seguendo una parabola crescente di spettacolarità, riprendendo (similmente ad Hardcore Henry!, ma da un altro punto di vista) le dinamiche dei videogiochi, ma anche con una certa attenzione all’aspetto musicale, altro campo di interesse del regista. I problemi maggiori si riscontrano nei momenti in mezzo, tra una scazzottata e l’altra, in cui il ritmo rallenta incredibilmente con il peso dei personaggi abbozzati e la carenza di struttura della trama si fanno sentire maggiormente.

Resta di grande interesse l’interpretazione di Bob Odenkirk, in un momento molto florido per la sua carriera e in un ruolo che lo svincola dalle vesti più miti in cui si è soliti vederlo. Questo contrasto dà, a un personaggio altrimenti anonimo, un guizzo interessante, e lo stesso si può dire di Christopher Lloyd che qui interpreta il padre del protagonista. Io sono nessuno si presenta, quindi, come un buon titolo d’azione e con delle interpretazioni interessanti, che però nel complesso non rende piena giustizia al suo genere, soprattutto se paragonato ad altre opere simili. Sicuramente ci si poteva aspettare di più da un regista emerso inizialmente su YouTube come ottimo videomaker, che con Io sono nessuno perde di fatto un’occasione per consolidare il suo successo.

Alberto Militello