Mixed by Erry, la recensione del film

Mixed by Erry

«Un DJ può nascere pure a Forcella»: da qui ha inizio la storia della pirateria musicale in Italia. Mixed by Erry è l’ultimo lavoro di Sydney Sibilia, prodotto da Matteo Rovere, una coppia di autori che sta rivoluzionando il prodotto mainstream italiano in maniera radicale e sostanziale, portandolo a livelli qualitativi sconosciuti sino ad ora.

Enrico Frattasio (​​Luigi D’Oriano) ha orecchio e passione per la musica, cresce a Napoli nel quartiere di Forcella insieme ai fratelli (interpretati da Giuseppe Arena e Emanuele Palumbo) e al padre (Adriano Pantaleo) che per vivere vende bottiglie di whiskey falso al mercato. La povertà, la voglia di riscatto e di inseguire le proprie passioni portano Enrico e i suoi fratelli ad avviare un piccolo business di vendita di compilation su musicassetta, nominandole “Mixed by Erry”. Nel giro di poco tempo diventeranno dei colossi musicali e l’etichetta più venduta in Italia.

Dalla trilogia di Smetto quando voglio, passando per L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, la continuità stilistica di Sibilia è inconfondibile. Attingendo all’immenso bacino di storie tutte italiane, insieme alla passione per “le grandi imprese” e l’hustle movie, il regista salernitano ha realizzato prodotti cinematografici dalla notevole dignità narrativa. Rispondendo agli stilemi del cinema di intrattenimento mainstream (che guarda principalmente agli Stati Uniti), senza perdere le caratteristiche culturali nostrane, Sibilia riesce ad adattare con un linguaggio contemporaneo quella che è stata la lezione della commedia all’italiana.

Se in Smetto quando voglio si intravedevano i ladri improvvisati de I soliti ignoti di Monicelli, in Mixed by Erry si intravede tutto quel Totò che, tra una risata e l’altra, riusciva a raccontare la miseria e la povertà. Ovviamente su quel ricordo Sibilia costruisce un’impalcatura che trasuda pop da tutti i pori, dalla scelta musicale al revival anni ‘80 attualissimo, come anche nell’ambientazione partenopea con i suoi colori e contrasti amatissimi dal pubblico. Particolarmente azzeccato è il bilanciamento e l’equilibrio tra l’intreccio crime, la commedia e la storia vera, altro filone altamente in voga e apprezzatissimo soprattutto dal pubblico delle piattaforme (non a caso Mixed by Erry, come L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, è una co-produzione Netflix).

Pur reimpastando generi e strutture vecchie, Mixed by Erry è un titolo fresco, in particolar modo grazie all’audacia di mettere in prima linea un gruppo di attori pressoché esordienti e all’abilità di toccare le corde emotive giuste, collocandosi perfettamente nel filone mainstream – di interesse internazionale – che unisce l’amore per le storie vere e gli anni ‘80. Sibilia confeziona un film riuscitissimo che, unitamente a una larghissima serie di prodotti firmati anche da Matteo Rovere, stanno ridefinendo gli standard di una certo tipo di produzione italiana, dimostrando come la rivoluzione dell’audiovisivo si fa tentando di educare il grande pubblico al cinema con prodotti di qualità, e non solo attraverso il passaggio nel circuito festivaliero.

Alberto Militello