The Pale Blue Eye di Scott Cooper, la recensione del film

The Pale Blue Eye

Quando si pensa alla letteratura di stampo gotico, non si può non far riferimento ad Egar Allan Poe, l’autore che più di tutti ha reso popolare e appetibile questo genere letterario. The Pale Blue Eye, diretto da Scott Cooper e basato sul romanzo di Louis Bayard, si presenta come un ottimo tributo allo stile dello scrittore americano, un omaggio che arriva a inserirlo anche tra i comprimari del racconto, presentando una versione giovane e inesperta di Poe. L’esito finale del film è quello di un thriller dai toni cupi, ben costruito, ma dal ritmo non troppo cadenzato.

In The Pale Blue Eye, un’accademia di giovani soldati è travolta dallo scandaloso e misterioso suicidio di uno dei cadetti. Nel tentativo di mantenere una certa riservatezza e mantenere intatta la reputazione della scuola, viene chiamato ad indagare il brillante detective privato Augustus Landor (Christian Bale). Durante l’indagine, che acquisirà ben presto dei toni quasi sovrannaturali, spiccherà tra i cadetti proprio la figura di Edgar Allan Poe, interpretato egregiamente da Harry Melling, che si rivelerà un aiuto fondamentale per Landor nell’imprevedibile risoluzione della vicenda.

L’attore riesce a incarnare perfettamente la natura dell’autore, restituendo soprattutto la parte “ingenua” di quello che, di fatto, è ancora solo un ragazzo. Il personaggio di Bale, per quanto ben interpretato, resta invece alquanto piatto, specialmente se confrontato con le numerose performance di alto livello alla quale il pubblico è stato abituato dall’attore “mutaforma”.

Di The Pale Blue Eye va sicuramente elogiata la messa in scena, la quale sembra provenire direttamente dalle pagine di Poe per i toni, la gravitas dei dialoghi, i chiaroscuri morali. Si tratta di un vero e proprio tributo al gotico ottocentesco, come anche a tutta la letteratura del mistero, e non manca, nella struttura della storia, anche un rimando a Il nome della rosa di Umberto Eco. Quello in cui la pellicola pecca, seppur in maniera coerente con lo stile della narrazione, è il ritmo blando con cui si sviluppano le vicende, una scelta che smorza la natura da thriller del film, ma che resta comunque interessante per via dell’avvincente intreccio che viaggia sulla soglia del paranormale.

In definitiva, The Pale Blue Eye è un film decisamente coinvolgente e ben fatto, anche se a tratti debole nei ritmi, da un regista che, pur spaziando tra le epoche storiche, è sempre rimasto fedele al genere thriller e crime (con esiti altalenanti). Nel complesso, il film è comunque la messa in scena di un ottimo racconto capace di catapultare lo spettatore nel mondo macabro di Edgar Allan Poe.

Alberto Militello