Una mattina di settembre le alunne della terza C di un liceo femminile giapponese sono accolte in classe dal corpo senza vita del docente di chimica, Daigoro Tokuyama. Riusciranno le ragazze a risolvere questo mistero? Who Killed Daigoro Tokuyama? (Tokuyama Daigorô wo dare ga koroshitaka?, 2016) è una miniserie in dodici episodi creata da Yasushi Akimoto e disponibile su Prime Video, un prodotto non eccellente ma assolutamente interessante che riesce, nonostante dei limiti espositivi significativi, a intrattenere lo spettatore fino alla fine, sino alla risoluzione del suo mistero.
Il primo importante difetto individuabile nella serie è una certa indecisione stilistica e di registro. Il soggetto macabro si accosta a un teen drama dal gusto un po’ antiquato; questo ricorso a un umorismo un po’ spiccio e cartoonesco nella maniera meno adatta vanifica la possibilità di dare vita a un contrasto tematico altrimenti molto interessante. La serie possiede, infatti, molti elementi che rimandano al format dell’anime, il che, sulla carta, si presenta come un qualcosa di coraggioso, nuovo e di largo respiro, ma di fatto si traduce in alcuni scambi spesso banali accompagnati da una colonna sonora dai toni talvolta troppo infantili. Questi elementi e caricature, come anche certe ricadute su luoghi narrativi obsoleti, accettabili (e a volte quasi necessari) in una serie animata, hanno un peso decisamente diverso se in live action. Secondariamente, vi è la presenza di un corpus di personaggi davvero ampio che non sempre riesce ad esprimersi appieno, o meglio, a far emergere l’individualità delle singole studentesse, interpretate tutte da giovani attrici – per lo più esordienti – la cui interpretazione non risulta sempre incisiva.
Il secondo punto mette in luce il nodo cruciale di Who Killed Daigoro Tokuyama? e la sua caratteristica più entusiasmante, la coralità. Il vero protagonista della vicenda è la classe: la classe come spazio fisico, usata in ogni suo centimetro, e la classe come gruppo di persone che agiscono all’unisono. L’elemento teatrale è fortissimo e lo spazio della classe è l’unica ambientazione della serie costante lungo il corso di una settimana: dunque, si può parlare a grandi linee di unità di tempo e di luogo. In questo spazio così ben definito, che comunque incessantemente di ridefinisce e si trasforma, arricchendosi di elementi, le studentesse si muovono con la coordinazione di un unico organismo, quasi come i marionettisti del teatro Bunraku. La coralità delle studentesse si contrappone alla follia dei singoli adulti, definiti un po’ grossolanamente, elemento perturbante della vicenda, a partire proprio dal Professor Tokuyama.
Who Killed Daigoro Tokuyama? offre, comunque, un giallo dei più classici, con un sospetto che rimbalza da un personaggio all’altro, da dentro a fuori dal gruppo, e con una risoluzione opinabile, ma comunque in linea con le limitazioni già indicate. Essendo profondamente legato alla cultura e alla narrativa giapponese, resta senza dubbio un prodotto molto interessante e una valida alternativa in un catalogo come quello di Prime. Un giudizio finale, dato dalle considerazioni fatte e volutamente esagerato, potrebbe essere quello di una storia che ha sbagliato medium espressivo.
Alberto Militello