Bullet Train di David Leitch, la recensione

Bullet Train

Tra Poirot, Deadpool e Tarantino, Bullet Train si presenta come il nuovo, violento e irriverente film di David Leitch, che negli ultimi anni ha cercato di dare un nuovo volto al cinema action, raccogliendo nei suoi film – sia come produttore sia come regista – le principali influenze del momento. Il contrasto tra la trama cupa, la violenza, lo splatter e i toni leggeri della narrazione è sicuramente la carta vincente di questo titolo, insieme alla scelta di un cast stellare.

Ladybug (Brad Pitt), Tangerine (Aaron Taylor-Johnson), Lemon (Brian Tyree Henry), Prince (Joey King) e tanti altri personaggi senza nome di tarantiniana memoria si trovano sul treno proiettile che collega Tokyo a Kyoto. Il motivo della loro presenza sarà il fulcro e il filo conduttore che legherà le vicende di tutti i personaggi. Il protagonista dalla parlantina esasperante, senza particolari aspirazioni ma che quando vuole sa essere letale, viene proposto come una figura nettamente in contrasto con i villain del film, i quali invece appaiono sin da subito come estremamente motivati e spietati.

Con Bullet Train, David Leitch riesce a restituirci un prodotto in grado di scorrere liscio proprio come il suo treno magnetico giapponese. Tra salti avanti e indietro, scontri ad alta velocità e scambi tra il nonsense e il demenziale, il film prosegue sulla scia dell’amatissimo Deadpool 2, film realizzato sempre da Leitch, il quale sembra aver trovato in questo suo stile misto un ambiente proficuo in cui esprimersi al meglio. Il rimescolamento del cast non copre il fatto che la ricetta sia sempre quella, ma non è un problema perché tutto sommato riesce comunque a funzionare. Dopo una carriera votata all’azione, prima come stunt e poi come produttore e regista, e una serie di esperimenti molto ben riusciti, da John Wick che ha prodotto e co-diretto, passando per la regia di Atomica Bionda (2017) e la produzione di Io sono nessuno, Leitch ha trovato nella comicità action a stampo Marvel il suo cavallo di battaglia. Così, se in Deadpool 2 poteva spingersi dove neanche i Guardiani della Galassia di James Gunn osavano, in Bullet Train, libero dai vincoli supereroistici, può restituirci un prodotto un po’ più suo.

In conclusione, David Leitch si conferma uno tra i nomi più interessanti per gli amanti dei blockbuster, mostrandosi capace di introdurre interessanti variazioni sul tema così da tenere vivo il filone di un cinema action divertente ed irriverente in cui sembra si stia specializzando sempre più. Bullet Train è sicuramente un titolo divertente che riesce ad incuriosire grazie ad una buona dose di intrigo e azione, tra equivoci, scazzottate e humor grottesco.

Alberto Militello