Recensioni

Sexy Beast di Jonathan Glazer, la recensione

Sexy Beast

Sexy Beast (2000) è l’esordio di Jonathan Glazer alla regia di un lungometraggio, arrivato dopo una decade trascorsa tra videoclip e pubblicità. Il background estetico del regista britannico, da Karmacoma dei Massive Attack a Karma Police dei Radiohead, è d’altronde immediatamente evidente nella roboante sequenza iniziale del film. Un gangster “in pensione”, Gal (interpretato da …

Pacifiction, la recensione del film di Albert Serra

Pacifiction

In Pacifiction – Un mondo sommerso (Tourment sur les îles), Benoît Magimel interpreta l’alto commissario della Repubblica De Roller in una Tahiti piegata da una voce che, se confermata, potrebbe smuovere sensibilmente gli equilibri politici locali e internazionali. La presenza di un sottomarino nei pressi della costa polinesiana parrebbe costituire, infatti, il segnale di una …

Lynch/Oz, la recensione del documentario su David Lynch

Lynch/Oz

Il mago di Oz di Victor Fleming è un’opera chiave per la formazione dell’immaginario cinematografico americano. Il viaggio metaforico di Dorothy, l’affermazione di Judy Garland, l’uso brillante del Technicolor, il lancio di Over the Rainbow: sono solo alcuni degli elementi che nel tempo hanno contribuito a rendere Il mago di Oz un racconto quintessenziale per …

La donna che canta, la recensione del film di Denis Villeneuve

La donna che canta

Prima di Dune, di Blade Runner 2049, di Arrival, di Sicario, Denis Villeneuve era conosciuto per essere il fautore di un cinema molto diverso, un cinema fatto di drammi contenuti ma incredibilmente potenti, come il tumultuoso Maelström o il tragico Polytechnique. La donna che canta (Incendies è il titolo originale) si inserisce in questo primo …

Fairytale, la recensione del film di Aleksandr Sokurov

Fairytale

«Per questo film sono stati usati esclusivamente materiali d’archivio senza l’uso di deep fake o altri mezzi di intelligenza artificiale». Il cartello iniziale che apre Fairytale – Una fiaba di Aleksandr Sokurov stabilisce immediatamente la natura dell’operazione attuata dal regista russo con la sua ultima pellicola, fondendo il ricorso al found footage ad una profonda …

Beau ha paura, la recensione del film di Ari Aster

Beau ha paura

Ari Aster ha dimostrato con Hereditary e Midsommar di essere un regista pienamente consapevole delle potenzialità del medium cinematografico, scavando a fondo nell’immaginario horror tra traumi, possessioni e culti sacrificali nel tentativo di infondere nuova linfa vitale al genere (senza dimenticare di confrontarsi con i classici, da Rosemary’s Baby a The Wicker Man). Con la …