I 3 dell’Operazione Drago, una retrospettiva

I 3 dell'Operazione Drago

In occasione del centenario di Warner Bros., I 3 dell’Operazione Drago (Enter the Dragon il titolo originale) ritorna nelle sale cinematografiche italiane dal 14 al 16 agosto in una versione restaurata in 4K. A 50 anni esatti dalla sua uscita nel 1973, il film di Robert Clouse rappresenta il massimo successo commerciale di Bruce Lee in Occidente nonché il suo lavoro cinematografico più interessante. La grandissima prova dell’attore, insieme alla sua misteriosa morte avvenuta in fase di post-produzione del film, ha contribuito ad imprimere I 3 dell’Operazione Drago e la figura di Bruce Lee nell’immaginario globale.

La trama del film segue il personaggio interpretato da Lee, un esperto di arti marziali reclutato dai servizi segreti inglesi per fermare Mr. Han (Shih Kien), un criminale e signore della droga che risiede su un’isola remota. Ogni tre anni, Han organizza un torneo di arti marziali sull’isola, un’occasione perfetta per Lee per infiltrarsi in qualità di partecipante e cercare di porre fine alle sue attività illegali. Insieme a Lee, parteciperanno al torneo anche altri contendenti atipici, come i due veterani del Vietnam John Roper (John Saxon) e Kelly Williams (Jim Kelly). A spingere Lee a partecipare al torneo vi è anche un motivo personale: una delle guardie di Han, O’Hara (Robert Wall), è infatti il responsabile della morte di sua sorella Mei Ling.

I 3 dell’Operazione Drago si svolge come un intrigo dalle forti tinte bondiane. Uscito peraltro nello stesso anno di Agente 007 – Vivi e lascia morire (Live and Let Die, il primo con Roger Moore nei panni dell’agente segreto), il film di Clouse recupera alcuni degli aspetti tipici della saga di Bond, dalla narrazione tipicamente da spy movie sino ad arrivare alla presenza di un supervillain esaltato ed apparentemente inarrestabile. Bruce Lee, tuttavia, non ha bisogno di gadget ipertecnologici o dell’intervento di una femme fatale per portare a termine la sua missione. Tutto ruota attorno alle sue eccezionali capacità con le arti marziali, nello specifico della filosofia del Jeet Kune Do che Lee ha sviluppato nel corso della sua vita, in una mescolanza di stili che, a livello cinematografico, si traduce in coreografie di lotta sofisticate e dal forte impatto visivo.

Fondendo il gusto per l’intreccio spionistico con l’esuberanza performativa del torneo al centro delle vicende del film, I 3 dell’Operazione Drago si dipana in un mix continuo di generi e suggestioni, abbracciando anche i toni da film exploitation di serie b con le sottotrame riguardanti i personaggi di John Roper e Kelly Williams. Senza mai sconfinare nel camp o nel frivolo, I 3 dell’Operazione Drago mantiene un buon equilibrio complessivo tra le diverse anime che lo compongono, tenendo sempre come punto di riferimento fondamentale il suo protagonista e nucleo essenziale. La folgorante sequenza nella sala degli specchi, da questo punto di vista, è il climax conclusivo perfetto in grado di immortalare definitivamente Bruce Lee tra le icone di un’epoca.

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Daniele Sacchi