Il talento di Mr. C, la recensione del film

Il talento di Mr. C

Nicolas Cage interpreta Nicolas Cage ne Il talento di Mr. C, una commedia scritta e diretta da Tom Gormican dove l’attore hollywoodiano si esibisce in una vera e propria performance parodistica e metacinematografica di se stesso. La lunga e prolifica carriera di Cage, ricca di ottimi film come Cuore selvaggio, Via da Las Vegas, Il ladro di orchidee e il più recente Mandy ma anche di tante interpretazioni pessime e sopra le righe, è al centro dell’operazione memica condotta dal regista americano. Perché di fatto, è di meme che si sta parlando: Il talento di Mr. C (The Unbearable Weight of Massive Talent il titolo originale) gioca continuamente con il fatto che Cage stesso sia una fonte inesauribile di meme, rendendoli parte integrante della trama a partire (ovviamente) dalla caratterizzazione del suo protagonista.

Nel film, la carriera di Nicolas Cage è in declino e l’attore fatica a trovare ingaggi per ruoli importanti, mentre il rapporto con l’ex moglie Olivia (Sharon Horgan) e con la figlia Addy (Lily Mo Sheen) è da tempo rovinato. Il suo agente Fink (Neil Patrick Harris) ha però una proposta milionaria per lui, per quanto bizzarra: partecipare a Maiorca alla festa di compleanno del miliardario Javi Gutierrez (Pedro Pascal) in qualità di ospite d’onore. L’attore accetta, ma si ritroverà presto coinvolto in un’operazione segreta condotta dalla CIA, la quale sospetta il coinvolgimento di Javi nel rapimento della figlia di un politico catalano.

Il talento di Mr. C mescola diversi registri, dal buddy movie al cinema d’azione, spingendo in particolar modo sull’acceleratore nei momenti più metanarrativi dove il Cage reale e il Cage finzionale si mescolano per diventare un tutt’uno. Non si tratta solamente dei riferimenti continui alla sua filmografia, da Con Air a Face/Off, o nelle battute iconiche e appunto memiche come il «not the bees» dal remake di The Wicker Man, ma anche di sovrapposizioni che coinvolgono direttamente la struttura del film. Il legame che unirà Cage a Javi, ad esempio, è interamente costruito sulla passione da parte del miliardario nei confronti dell’attore, a partire dalla stanza segreta in cui conserva i cimeli tratti dai suoi film (tra cui una replica in cera di Castor Troy, il personaggio interpretato da Cage in Face/Off, con tanto di pistole dorate) sino ad arrivare alla sceneggiatura che Javi vorrebbe vedere interpretata da lui.

La classica mise en abyme del film dentro al film ne Il talento di Mr. C aggiunge uno strato aggiuntivo alla questione, con il tentativo da parte di Javi e Cage di delineare la sceneggiatura del loro film improvvisando nella quotidianità, rendendo di fatto le loro avventure, tra trip allucinogeni e sparatorie tra gangster, come il film che lo spettatore sta a tutti gli effetti osservando. Per quanto l’operazione di per sé non sia nulla di nuovo, tutto riesce a funzionare egregiamente grazie all’assurdità alla base della vicenda che inquadra Cage come suo insolito protagonista, forte dell’irrefrenabile carica memica della sua persona e della sua immagine, specialmente nei folli confronti con il suo Io interiore rappresentato da Nicky, una versione più giovane di se stesso ispirata all’apparizione su di giri di Cage al talk show Wogan nel 1990. Nonostante una parte centrale forse eccessivamente prolissa e un ultimo atto troppo frettoloso, Il talento di Mr. C è comunque, a conti fatti, una commedia intelligente, acuta e nel complesso riuscita.

Daniele Sacchi