Pedro Almodóvar al cinema con la rassegna “La forma del desiderio”

Pedro Almodóvar

È iniziata il 15 giugno Almodóvar – La forma del desiderio, una rassegna dedicata al cinema di Pedro Almodóvar, un’occasione imperdibile per recuperare in sala cinque film del regista spagnolo in versione restaurata. I titoli in cartello, distribuiti da CG Entertainment in collaborazione con Cinema Beltrade – Barz and Hippo, arrivano dalla prima fase della filmografia di Almodóvar e costituiscono una prospettiva essenziale per comprendere al meglio lo sviluppo della sua poetica ed estetica cinematografica.

I film che compongono la rassegna sono L’indiscreto fascino del peccato (1983), Che ho fatto io per meritare questo? (1984), La legge del desiderio (1987), Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988) e Tacchi a spillo (1991).

L’indiscreto fascino del peccato appartiene ancora al periodo germinale del cinema di Almodóvar, caratterizzato da personaggi eccentrici e spesso ai margini, da situazioni tragicomiche – a tratti grottesche – e da un clima complessivo provocatorio e quasi surreale. Il film, nello specifico, racconta di una cantante di flamenco, Yolanda, in fuga dalla polizia dopo la morte del compagno per overdose. La donna si ritira in un convento alquanto particolare, un’inaspettata babilonia dove finirà per attirare le attenzioni della pruriginosa madre superiora interpretata da Julieta Serrano, una delle tante muse del regista spagnolo.

Che ho fatto io per meritare questo? sposta l’indagine sociologica condotta da Almodóvar all’interno del contesto familiare, in una commedia dalle sensibilità spiccatamente europee che mescola le qualità del cinema del regista con la tradizione neorealista e le suggestioni della nouvelle vague. Carmen Maura interpreta Gloria, una donna impegnata a gestire una famiglia completamente alla deriva, in un affresco pittoresco – ma degradato – che presto si protenderà anche al di fuori del nucleo familiare, in una giustapposizione evidente – e ben riuscita – tra le gravità del rappresentato e i toni leggeri e scanzonati della commedia almodóvariana.

La legge del desiderio è un melodramma queer con protagonisti Eusebio Poncela e Antonio Banderas, un’opera che mette in chiara evidenza – come suggerito anche dal titolo – la centralità nel cinema di Pedro Almodóvar della sfera del desiderio, delle sue sfumature e delle sue peculiarità. Poncela interpreta il regista Pablo, il quale prova dei sentimenti – apparentemente non ricambiati – per l’amico Juan. Per cercare di compensare il suo rifiuto, Pablo avvia una relazione con il personaggio interpretato da Banderas, ma il loro rapporto possessivo culminerà presto in un intrigo dalle impreviste sfumature thriller.

Donne sull’orlo di una crisi di nervi rappresenta il vero primo grande successo internazionale per Pedro Almodóvar, tanto che il film, oltre ad essere stato presentato in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato anche candidato al Premio Oscar per il miglior film straniero. Sicuramente l’opera più completa e interessante della prima fase della carriera del regista, Donne sull’orlo di una crisi di nervi fonde le tipicità della commedia con uno spiccato sentimentalismo di fondo, in una spirale di intrighi, equivoci, drammi passionali e situazioni ilari con un ritmo serratissimo. Il film, inoltre, riunisce nel cast Carmen Maura, Julieta Serrano e Antonio Banderas, oltre a lanciare Rossy de Palma, già vista brevemente nel precedente La legge del desiderio.

Tacchi a spillo, infine, è un’altra commedia stratificata e dai molteplici registri, a cavallo tra il melodramma e il giallo, con la quale il regista spagnolo cerca di muoversi verso nuovi immaginari, pur restando ancorato all’essenza del suo cinema. L’intreccio si concentra sulla relazione travagliata tra una figlia, Rebecca (Victoria Abril), e la madre assente Becky (Marisa Paredes). Becky scopre del matrimonio tra Rebecca e il suo ex compagno Manuel, e la misteriosa scomparsa di quest’ultimo finirà per complicare ulteriormente il suo rapporto con la figlia.

Daniele Sacchi