“Wheel of Fortune and Fantasy” di Ryusuke Hamaguchi – Recensione (FEFF 23)

Wheel of Fortune and Fantasy

Wheel of Fortune and Fantasy, o più semplicemente Caso e immaginazione (dal titolo originale Gūzen to Sōzō), è pura e innocente espressione dell’animo umano. Le protagoniste del film Ryȗsuke Hamaguchi sono sospese nel tempo, quasi cristallizzate nell’immagine cinematografica, ma in pieno divenire nella loro genuina relazione con l’altro. Wheel of Fortune and Fantasy sembra quasi un’opera di Éric Rohmer ambientata nel Paese del Sol Levante, e si potrebbe forse aggiungere anche proiettata nel contemporaneo. Così facendo, però, tradiremmo probabilmente le intenzioni di Hamaguchi, che con il suo film ha cercato di restituirci qualcosa che va al di là di ogni temporalità e spazialità, dirigendosi apertamente verso una riflessione sull’universale.

Il caso (o, più correttamente, la coincidenza) e l’immaginazione sono dunque i due binari principali su cui si muove il regista giapponese nelle tre storie brevi che compongono il film. Wheel of Fortune and Fantasy, infatti, è una trilogia di episodi sull’amore e sull’amicizia, una formula che si allontana dalle produzioni precedenti del regista (pensiamo al lunghissimo Happy Hour) e che si dimostra vincente nel far emergere il respiro della vita che lega i tre racconti. Attraverso tre istanze separate riusciamo a scorgere il grande filo che le tiene saldamente ancorate l’una all’altra, quel respiro di vita sfaccettato e multiforme, pieno, gioioso, erotico ma che sa anche mostrarsi triste, malinconico, rabbioso.

Wheel of Fortune and Fantasy

In Wheel of Fortune and Fantasy, inoltre, lo sguardo è principalmente femminile. È sempre interessante quando registi uomini riescono a dirigere così naturalmente il sesso opposto (autori recenti simili da questo punto di vista, con le dovute differenze espressive e di forma, sono sicuramente Kantemir Balagov e Kornél Mundruczó), e nel caso di Wheel of Fortune and Fantasy il risultato è sorprendentemente sincero. È uno sguardo vicino ed empatico, ma che sa all’occasione frenare, prendere le distanze e ridefinire la propria posizione. Allo stesso tempo, è anche ironia e rovesciamento dell’atteso e del prevedibile, un esempio di cinema che sa quando prendersi sul serio e quando invece ridere delle situazioni che scatena attraverso l’azione irrefrenabile del caso.

In Hamaguchi c’è Rohmer, dicevamo, in particolare nella spontaneità del dialogo e nella sottile analisi delle trame del desiderio umano, ma c’è anche Kiyoshi Kurosawa, quello più recente e melodrammatico. Non è un caso che lo stesso Ryȗsuke Hamaguchi abbia co-sceneggiato proprio un film di Kurosawa, Wife of a Spy, segno ulteriore di una volontà specifica da parte del regista giapponese di voler indagare l’essere umano da un punto di vista intimo ed esistenziale. Così, nei vari segmenti di Wheel of Fortune and Fantasy, entriamo a contatto con le dinamiche contorte di un triangolo amoroso, con un tentativo di flirt truffaldino che in realtà nasconde più verità che falsità, ed infine con un incontro tra due amiche di vecchia data in un’epoca fittizia in cui Internet non esiste più. Ryȗsuke Hamaguchi cattura la vita nel suo svolgersi, lasciando però spazio all’intervento dell’immaginario, dell’interpretabile, della coincidenza inspiegabile, perché anche questi aspetti sono irrimediabilmente parte del vissuto.

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Daniele Sacchi