Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, la recensione

Dead Reckoning

L’inseguimento sul treno, le calli veneziane come i vicoli praghesi, il ritorno di Henry Czerny nei panni di Eugene Kittridge. Ma anche il gusto per l’intrigo, per la tensione, per la suspense. I rimandi tra Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno e il primissimo Mission: Impossible depalmiano sono tantissimi, e non si fermano qui. A permeare il nuovo capitolo della saga di Ethan Hunt, infatti, sono soprattutto i toni cupi del neo-noir anni ’70 che già tingevano il film diretto da De Palma nel 1996, qui sapientemente amalgamati con la natura action ipermoderna del franchise.

Christopher McQuarrie, al timone della saga da ormai tre film, recupera il nucleo fondante di Mission: Impossible disseminandolo tra sequenze action di forte impatto, trainate – come sempre – dall’esuberanza performativa di Tom Cruise. A differenza di disastri registici, sceneggiativi e produttivi come Fast X (e relativo franchise), Dead Reckoning è un’opera che si dimostra perfettamente in grado di far coincidere il suo spirito maturo con le esigenze del blockbuster contemporaneo, nella ricerca di una spettacolarità che, per quanto autoreferenziale a tratti, porti sempre con sé l’amore per la natura dell’intrigo come suo centro focale.

La trama di Dead Reckoning ruota attorno al pericolo globale rappresentato da un’intelligenza artificiale senziente chiamata l’Entità, una sorta di proto-Skynet se vogliamo richiamare l’immaginario di Terminator. Le potenze mondiali vogliono fermare l’Entità ma allo stesso tempo desiderano entrarne in possesso, e spetterà dunque ad Ethan Hunt e al suo team cercare di distruggerla prima che sia troppo tardi. Per poterlo fare, però, Ethan dovrà prima recuperare una misteriosa chiave, oltre che a fare i conti con una minacciosa figura del suo passato, l’enigmatico Gabriel (Esai Morales).

La minaccia distruttiva mondiale, tòpos ricorrente di un certo cinema action dalle tinte catastrofiche, rimane tuttavia sullo sfondo (sarà probabilmente il focus della seconda parte del film, in uscita nel 2024) per indagare alcune sfumature più particolari e dal sapore meno universale. Il punto di forza di Dead Reckoning, infatti, è proprio l’equilibrio tra il micro e il macro, specialmente nel bilanciare le mastodontiche (e lunghissime) sequenze action del film con momenti più distensivi incentrati sull’esplorazione dell’intrigo stesso, sui personaggi, sulle dinamiche interne – spesso anche intime – tra Ethan e i suoi comprimari. Parlare di comprimari, in senso stretto, è persino errato. Dead Reckoning è un film che, più dei suoi predecessori, risplende proprio grazie alla sua anima corale, soprattutto per quanto riguarda il cast femminile.

Nonostante i folli stunt di Tom Cruise e il supereroismo del suo personaggio siano indubbiamente una delle attrattive principali, l’attenzione spettatoriale viene spostata in diverse occasioni sul lato più umano della vicenda. La new entry Grace (Hayley Atwell), ladra di professione, verrà progressivamente messa alla prova da Ethan e dal suo team sino a diventarne parte integrante. Ilsa (Rebecca Ferguson), sebbene più ai margini rispetto agli altri film, riesce comunque ad imporsi come una presenza magnetica, sublimata in particolare dallo scontro veneziano con Gabriel. Anche la Vedova Bianca, la broker Alanna (Vanessa Kirby), e Paris (Pom Klementieff), l’irrefrenabile tirapiedi di Gabriel, dimostreranno di essere villain sfaccettate e non monodimensionali.

Al netto di qualche sospensione narrativa di troppo, come tutto ciò che ruota attorno all’Entità e a Gabriel, Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno risulta di fatto come uno dei capitoli migliori della saga. A lasciare impressi in positivo è anche la dignità standalone del film: non siamo di fronte al Dune di Denis Villeneuve, episodio parziale di un’epopea più complessa, ma ad un’operazione pienamente fruibile nonostante le aperture verso il film successivo. Con le sue strizzate d’occhio al passato, una maestranza registica encomiabile (l’inseguimento a Roma e la sequenza conclusiva in treno i punti più alti) e il grande traino delle sue prove attoriali, Dead Reckoning è un action/thriller spionistico essenziale.

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Daniele Sacchi